Il Piccolomini inaugura, diversi anni prima dell’Uranografia del Bayer, la moderna cartografia celeste: le 47 tavole contenute riportano la posizione delle stelle così come visibili nel cielo notturno. Le costellazioni sono quelle descritte da Tolomeo. Le stelle, per la prima volta, in base alla loro luminosità, sono contrassegnate da lettere dell’alfabeto latino. La sua descrizione grafica sintetica, slegata da ogni pretesa artistica e priva delle corrispondenti figure mitologiche, sarà poi utilizzata da Galilei nel Sidereus nuncius. L’esemplare esposto è legato con un’altra importante opera di Piccolomini, La sfera del mondo chiara esposizione della concezione astronomica aristotelico-tolemaica dell’autore. |