Il Novum organum costituisce la seconda parte dell’opera più importante di Bacone, l’Instauratio magna, che viene allaluce in forma incompiuta nel 1620. Esso ha il compito di fondare il nuovo metodo necessario per costruire il vero sapere scientifico, e si compone di una “pars destruens„ e di una “adstruens„. La prima parte contiene la descrizione degli “idola„, errori e difetti che sostituiscono parole e costruzioni mentali ai processi reali: da essi l’intelletto deve liberarsi per accedere alla vera conoscenza della natura. La seconda consiste nella determinazione delle regole dell’induzione baconiana: questa sostituisce alla semplice osservazione ed enumerazione dei fenomeni, e alle frettolose generalizzazioni dai casi particolari ai principi generali (propri dell’induzione aristotelica) la raccolta dei dati, la loro comparazione e classificazione attraverso apposite “tavole„. Queste registrano tutti i casi in cui il fenomeno osservato si verifica (tavola della presenza), non ha luogo (tavola dell’ assenza) o subisce variazioni (tavola dei gradi). Soltanto la elaborazione rigorosa di tutte e tre le tavole consentirà di penetrare a fondo la vera natura dei fenomeni, cioè la loro “forma„. Seguirà la formulazione di una ipotesi, la “prima vendemmia„, che andrà poi verificata empiricamente. 
L’induzione baconiana, basata sull’analisi qualitativa dei fenomeni, non riconosce il carattere matematico delle leggi fisiche: carattere che sarà riconosciuto invece da Galileo, costituendo il fondamento del “metodo galileiano”.