Filosofo e letterato barese, canonico presso la Cattedrale di Bari, studia diritto e teologia all’Università di Napoli.
Negli anni napoletani ha accesso alla biblioteca del cardinale Brancaccio e pone mano alla stesura di questaEncyclopaedia, rimasta inedita.
L’opera, che è rivelatrice di una formazione intellettuale aperta alle nuove correnti filosofiche e scientifiche e gli dà subito grande fama negli ambienti intellettuali napoletani, è un tentativo di ordinare l’universo del sapere in una raccolta di nozioni sui progressi della filosofia naturale, ma è caratterizzata anche da reminiscenze cabalistiche e lulliane. Diversi passi dell’Encyclopaedia testimoniano il distacco di Gimma dall’ortodossia peripatetica e la consapevolezza del rinnovamento scientifico operato dai “recensiores”.
Il codice è aperto alla c. 73 del Liber quintus Cap. VII Sect. 8. “Quibus libris construi possit Bibliotheca?” in cui Galileo è citato insieme a Tycho Brahe, Copernico e Keplero. |